10 motivi per cui non prego più il Rosario Cattolico Romano

Traduzione da https://iloveorthodoxy.wordpress.com/2017/11/11/10-reasons-why-i-no-longer-pray-the-roman-catholic-rosary/

NdR: Avevo trovato questo articolo al link qui sopra un po’ di tempo fa e avevo voluto tradurlo quando ancora non pensavo di fare questo blog.

Sono stato introdotto per la prima volta al Rosario in una missione con la Chiesa Cattolica alle Filippine. Il Rosario era facile da pregare ed era una buona attività per creare un legame di gruppo. Era principalmente per queste ragioni che infine adottai questa pratica come parte della mia iniziale vita di preghiera Ortodossa.

Non avevo davvero pensato molto a ciò fino a quando sentii lamentele provenienti da alcuni colleghi Ortodossi – “Il Rosario non è Ortodosso”, “Il Rosario è solo vane ripetizioni”. Queste motivazioni non avevano molto senso per me. La preghiera di Gesù che preghiamo nella Compieta era anche quella ripetitiva con il “Signore pietà” ripetuto per 40 volte, anche l’”Ave Maria” e il “Padre Nostro” sono inneggiati direttamente dalle parole delle Scritture e sicuramente non potrebbero essere visti come “non Ortodossi”. Sentivo che le obiezioni dei “fondamentalisti Ortodossi” erano basate più sull’etnofilismo che su qualsiasi fatto reale.

Una veloce ricerca su Internet mi portò a scoprire motivazioni “Ortodosse” a supporto del Rosario. Trovai resoconti che raccontavano che era pregato dalla Chiesa Ortodossa di rito Occidentale, scoprii che i Vecchi Credenti russi pregavano la “Theotokos Lestovka” (Rosario) e che veniva pregato da San Serafino di Sarov. Trovai numerosi racconti su siti Ortodossi sul Rosario chiamato dalla Chiesa Cattolica Romana Komboskini, ritenendolo simile alla corda di preghiera e alla preghiera di Gesù.

Nel tempo, comunque, scoprii che le ragioni di cui sopra a supporto del Rosario non erano del tutto oneste. È vero che il rito Ortodosso Occidentale e che San Serafino di Sarov pregavano una forma di Rosario, ma non si soffermavano su aspetti problematici per l’Ortodossia (approfondirò più tardi questo argomento).

Anche i più vicini Vecchi Credenti russi arrivavano alla “Theotokos Lestovka” che è la ripetizione della preghiera “Santissima Madre di Dio salvaci per mezzo del potere del tuo Figlio” o “Rallegrati! O Vergine Madre di Dio! Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, perché tu hai dato vita al Salvatore delle nostre anime!”, che è la forma più vicina ed in uso alla preghiera di Gesù rispetto al Rosario Cattolico Romano.

Una volta che ebbi riscoperto la mia ricca Tradizione Ortodossa, iniziai a scoprire che ci sono molte meno note ragioni per i Cristiani Ortodossi di evitare di incorporare il moderno Rosario Cattolico Romano nella loro vita di preghiera. Ho esposto solo 10 di queste qui di seguito:

  1. Enfasi sull’immaginazione

Se il Rosario è pregato correttamente, richiede come componente essenziale di immaginare la vita di Gesù, “i gioiosi, gloriosi, dolorosi e luminosi misteri”. Papa Giovanni Paolo II spiega questo nella sua lettera apostolica sul Rosario:

“29. Annunciando ogni mistero, e forse anche usando un’icona adeguata per raffigurarlo, è come se dovesse aprirsi uno scenario nel quale focalizzare la nostra attenzione. Le parole indirizzano l’immaginazione e la mente verso un particolare episodio o momento nella vita di Cristo. Nella spiritualità tradizionale della Chiesa, la venerazione delle icone e le molte devozioni attraggono i sensi, come il metodo della preghiera proposta da Sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali. Questo bisogno di concretezza trova ulteriore espressione nell’annuncio dei vari misteri del Rosario”.

  • Papa Giovanni Paolo II (2002), Lettera Apostolica, Rosarium Virginis Mariae

L’immaginazione contemplativa è assolutamente essenziale per l’esperienza del Rosario. Citazioni come queste possono essere facilmente moltiplicate usando gli scritti di Santi Cattolici Romani di rilievo come Luigi di Monforte e Alfonso Liguori e riflette l’autentica Tradizione Cattolica Romana.

Mentre l’uso dell’immaginazione può sembrare spirituale e di elevazione, essa è rimessa al suo posto quando consideriamo le possibili fonti dell’immaginazione – l’immaginazione può venire da (1) Dio, (2) dalla nostra mente o (3) da Satana.

Se la fonte è Dio, allora è sicuramente buona; se è la nostra mente o persino Satana può definitivamente condurre all’inganno e all’eresia, comportando la perdita dell’anima. È molto importante discernere la fonte dell’immaginazione per evitare di cadere nell’inganno.

Sant’Ignazio Bryanchaninov spiega che la santità personale e la maturità spirituale sono assolutamente essenziali per comprendere la fonte dell’immaginazione (per esempio, ciò che lui descrive come far cadere il vecchio Adamo e innalzare il Nuovo):

“[Le visioni da Dio sono le uniche mostrate a coloro] che sono rinnovati dallo Spirito Santo, che fa cadere il vecchio Adamo e innalza il Nuovo. Così il Santo Apostolo Pietro durante la preghiera vedeva un lungo drappo scendere dal Paradiso. Così un angelo apparve a Cornelio il centurione durante la preghiera. Così quando l’Apostolo Paolo stava pregando nel tempio di Gerusalemme, il Signore apparve a lui e gli comandò di lasciare immediatamente Gerusalemme”.

  • Ignazio Bryanchaninov, Sobraniye, 2004, 1:86

Ma quando ci riferiamo a coloro che non si sono ancora purificati dalle passioni (ad esempio, molti di noi) dice così:

“La mente che prega deve trovarsi in uno stato completamente veritiero. L’immaginazione, comunque allettando e ben apparendo può, essendo la capricciosa creazione della mente stessa, portare l’ultimo fuori dallo stato di Verità Divina e condurre la mente in uno stato di auto-elogio e inganno, ed ecco perché è rifiutata nella preghiera. La mente durante la preghiera deve stare molto attenta a tenere fuori qualsiasi immagine, rifiutando tutte le immagini, le quali sono create nell’abilità dell’immaginazione. Le immagini, se la mente le consente durante la preghiera, diventeranno una tenda impenetrabile, un muro tra la mente e Dio”.

  • Ignazio Bryanchaninov, Sobraniye, 2004, 1:75

Molti di noi non sono spiritualmente abbastanza maturi per poter correttamente distinguere se un’immagine nella nostra mente venga da Dio, dalle nostre menti o dal diavolo e così non è saggio incoraggiare le persone in una pratica che potrebbe portarli all’inganno. San Gregorio del Sinai fornisce un avvertimento agli iniziati spirituali di non impegnarsi nella contemplazione immaginativa dato che gli spiriti maligni spesso usano azioni “apparentemente buone” per sviarli verso il peccato.

“Se vogliamo realizzare e conoscere la verità e non essere condotti fuori strada, cerchiamo di possedere solo l’energia che viene dal cuore in una maniera completamente priva di forme e moduli, cercando di non contemplare nella nostra immaginazione ciò che riteniamo essere una figura o la similitudine di cose sacre o vedendo colori o luci. Per la natura delle cose lo spirito delle delusioni inganna l’intelletto attraverso fantasie spurie, specialmente nelle fasi iniziali, in coloro che sono ancora inesperti”.

  • San Gregorio del Sinai, Philokalia volume 4, p. 259

Di nuovo avverte gli iniziati alla preghiera:

“Così, amante di Dio, partecipa con attenzione ed intelligenza. Se mentre sei impegnato nel lavoro spirituale vedi una luce o del fuoco al di fuori di te, o una forma presumibilmente di Cristo o di un angelo o di qualcun altro, rifiutali per non patire un danno. E non fare caso alle immagini, non permettere loro di marcarsi nel tuo intelletto. Tutte queste cose, che esternamente e inopportunamente assumono varie forme, fanno così per deludere la tua anima. Il vero inizio della preghiera è il calore del cuore che scoraggia le passioni, riempie l’anima di gioia e diletto, e pone il cuore in un incrollabile amore e in una garanzia senza esitazione… incessantemente piangi: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”, e non permettere a te stesso di conservare alcun concetto, oggetto, pensiero o forma che è presumibilmente divina, o nessuna sequenza di argomenti o nessun colore, ma concentrati solo sul puro, semplice e senza forma ricordo di Gesù. Allora Dio, vedendo il tuo intelletto così rigoroso nel difendere se stesso in ogni modo contro il nemico, conferirà lui stesso una visione pura ed infallibile e lo renderà partecipe in Dio e condividerà tutte le altre benedizioni”.

  • San Gregorio del Sinai, Philokalia volume 4, p. 270

San Gregorio avverte anche riguardo l’immaginazione che proviene puramente dalla mente nella preghiera senza la diretta influenza di Satana:

“Da parte tua, se stai giustamente coltivando la calma e aspirando ad essere con Dio, e vedi qualcosa sia sensoriale che noetica, all’interno o all’esterno, sia anche un’immagine di Cristo o di un angelo o di qualche santo, o immagini di vedere una luce nella tua mente e gli dai una forma specifica, non dovresti mai mantenerla viva. L’intelletto stesso possiede per sua natura un potere d’immaginazione, e in coloro che non mantengono un rigore nel difenderlo può facilmente produrre, a suo stesso danno, qualsiasi forma ed immagine voglia. In questo modo il ricordo di cose buone o cattive può all’improvviso imprimere immagini nella facoltà percettiva dell’intelletto e così indurlo a mantenere fantasie, rendendo così chiunque a cui ciò accade un sognatore a occhi aperti piuttosto che un esicasta.

State attenti, perciò, a non mantenere viva e dare immediato assenso a qualsiasi cosa, anche se sembra buona, prima di chiedere a coloro che hanno esperienza spirituale e indagate a fondo, in modo da non arrecarvi alcun danno”.

  • San Gregorio del Sinai, Philokalia volume 4, p. 283

L’immaginazione per coloro che non sono spiritualmente maturi può portare al danno spirituale. Il danno più grave secondo la mia esperienza è la perdita del controllo emozionale – un fattore di cui non si parla spesso, ma una questione che è stata di cruciale importanza per il mio rifiuto del Rosario Cattolico Romano.

  1. L’emozione prende il controllo

Quando in precedenza ero coinvolto nella contemplazione immaginativa del Rosario, vedevo immagini nella mia mente di Cristo sofferente sulla croce che ricordavano il film “La Passione di Cristo” (2004). Ricordo che mi abbattevo e credevo, piangendo, di sentire la presenza di Dio. Quando meditavo sui “misteri del Rosario” mi sentivo totalmente immerso nella Sua vita, sentendo le Sue sofferenze, sperimentando la Sua gioia e lamentandomi del peccato d’Israele.  Questo mi faceva “sentire” profondamente connesso a Dio. Il Rosario mi faceva provare esperienze che non avevo sperimentato prima. Ma in una riflessione a posteriori, realizzai che non stavo piangendo per lo stato del mio peccato e pentimento, stavo piangendo per quello che avevo visto nella mia mente accadere a Cristo.

La mia prospettiva sul Rosario cambiò quando iniziai a cercare il Movimento Carismatico e scoprii che questi “sentimenti” non erano diversi dalle esperienze estatiche dei pentecostali e carismatici che apertamente rifiutavo. Se stavo basando il “ciò che è buono” puramente sulle mie emozioni, allora come potevo davvero criticare i carismatici per fare lo stesso e giungere ad una conclusione contraddittoria? Mi divenne chiaro che non potevo distinguere ciò che era buono basandomi puramente sulle mie emozioni, ma necessitavo di affrontare la questione con più obiettività.

Gesù ci ha insegnato a “riconoscerli dai loro frutti” e questo si applica alle preghiere così come ai falsi profeti. La realtà è che le emozioni che sperimentavo per mezzo del Rosario mi causavano una totale perdita del controllo emozionale. Dio ci ha dato le emozioni, perciò non sto suggerendo che le emozioni durante la preghiera siano necessariamente una cattiva cosa, ma devono essere usate con un completo controllo. Quando uno perde il controllo delle proprie emozioni, questo “frutto” propriamente distinto mostra l’attività del maligno.

La nostra vita nella preghiera dovrebbe imitare Cristo che sempre ha mantenuto un completo controllo delle Sue emozioni attraverso la Sua intera vita. Il mio problema con il Rosario Cattolico Romano è che mi permetteva di essere schiavizzato dalle mie emozioni, ma la Sacra Tradizione dell’Ortodossia mi ha condotto alla libertà da queste catene e ad ottenere di nuovo il controllo.

  1. Lacrime di autocompiacimento

Durante il mio tempo di preghiera del Rosario, mi era stato detto che “il Rosario era la più potente preghiera” e attraverso il mero atto di preghiera del Rosario mi sentivo soddisfatto. Non ho mai sentito il bisogno di cambiare la mia vita, la lotta contro le passioni e il raggiungimento delle virtù di Dio. Il Rosario sembrava come come un fine piuttosto che un mezzo. L’enfasi era sulla preghiera stessa e non sui frutti della preghiera. Ciò mi condusse falsamente all’autocompiacimento attraverso la convinzione di essere santo semplicemente recitando le parole senza attuare alcun cambiamento nella mia vita. Mi sentivo degno di ricevere visioni da Dio, mentre in realtà ero solo sotto la maschera dell’inganno.

Mentre leggevo innumerevoli libri sul Rosario (ad esempio, “Il segreto del Rosario” del Santo Cattolico Romano Luigi di Montfort o “Le glorie di Maria” di Alfonso Liguori), non avevo letto niente sulle costanti chiamate  al pentimento – semplicemente non erano scritte lì. Anche questi libri menzionavano virtù come la fede, la speranza, l’amore, la pietà e la carità, ma solo come esercizio teoretico accademico e non come un reale frutto di preghiera. Queste virtù devono essere vissute insieme alla preghiera, ma non arrivavano attraverso di essa. Questo andava in parallelo con la mia esperienza.

Ciò era molto diverso dall’esperienza della preghiera di Gesù attraverso la Tradizione Bizantina-Philokalia che mostra i frutti delle virtù derivanti dalla preghiera del cuore acquisita attraverso la preghiera di Gesù e la corda di preghiera.

Quando passai alla preghiera di Gesù sentivo il costante bisogno di pentimento e di migliorare il mio stile di vita verso Dio. Quando la preghiera di Gesù mi entrò dentro , la mia intera attitudine verso gli altri cambiò per il meglio (quasi inconsciamente). Le passioni si placarono sensibilmente e le virtù iniziarono a incrementare significativamente per la grazia di Dio. Non stavo basando questo su emozioni personali, ma sulla base dei loro visibili frutti. I frutti delle due preghiere erano visibilmente diversi.

  1. Il fattore “colpa”

Pochi Ortodossi sono familiari con la “colpa” di non pregare il Rosario. Mentre ufficialmente questa colpa non è insegnata, è un’attitudine comune tra i laici di pregare giornalmente il Rosario per essere salvati per mezzo del lavoro della Theotokos. Non pregare il Rosario mi faceva sentire incredibilmente “in colpa” in un modo non salutare. Il Rosario nel tempo sembrava più un’obbligazione piuttosto che un mezzo per sviluppare una vera relazione con Dio e con la Sua Santa Madre Theotokos. Dovremmo parlare a Dio Nostro Padre non per paura ma per amore. Ma ciò spesso non è insegnato nelle Chiese Orientali.

Tutto questo non è per niente aiutato dalla costante minaccia, funzionante tra i cattolici romani, per la quale non pregare il Rosario o parlare male di esso incorre nell’ira della Santa Madre di Dio.

“Sarebbe a malapena possibile per me dire a parole cosa la Nostra Signora pensa del Santo Rosario e di come lei lo preferisce notevolmente a tutte le altre devozioni. Né posso sufficientemente esprimere quanto altamente lei premia coloro che pregano con devozione, lo ha stabilito e diffuso, né d’altra parte come con fermezza lei punisce coloro che lavorano contro di esso”.

  • Santo Cattolico Romano Luigi di Montfort, 8° Rosa, “Il segreto del Rosario”
  1. Il Privilegio Sabatino e gli altri sacramentali

Il Privilegio Sabatino, per coloro che non lo conoscono, è la credenza che la Theotokos si manifesti il Sabato (il Sabbath, da qui “Sabatino”) in seguito alla morte di una persona per liberare e condurre al paradiso coloro che erano in Purgatorio e adempiere questa obbligazione. Questo obbligo richiedeva pochi lavori come indossare lo scapolare marrone, osservare la castità e recitare il Rosario quotidianamente.  L’enfasi è solo su elementi esteriori, ignorando il quadro più grande e il meccanismo di questo privilegio è limitato al desiderio e al bisogno di crescere in santità. Osservare la castità e pregare sono mezzi per raggiungere le virtù più alte. Il Privilegio Sabatino sembra porre un limite superiore alla nostra necessaria santità e scusa i peccati più grandi sulla base che non importa quanta “punizione temporale a causa del peccato” rimanga sull’anima dopo la confessione (o peccati veniali non confessati), uno vedrà ancora il paradiso allo stesso tempo “nel primo Sabato dopo la morte”. Il meccanismo quantificato insegnava solo ostacoli, crescita spirituale e peccati scusati – un fattore che non si trova nella Santa Ortodossia.

  1. La medaglia miracolosa e gli altri sacramentali

Un altro di questi sacramentali è la “medaglia miracolosa” la quale è anche considerata più come un talismano pagano.  Mi è stato insegnato che se uno indossa questa medaglietta, impegna la sua vita a Maria per mezzo di una corta preghiera e pregando il Rosario quotidianamente non si possono probabilmente vedere le fiamme dell’inferno. Mi è stato detto che se indosso la medaglietta e commetto tremendi peccati posso finire in purgatorio per un periodo molto lungo, ma non posso probabilmente essere mandato all’inferno. Ciò non ha mai avuto molto senso per me – perché Cristo doveva preoccuparsi di predicare il Vangelo quando era molto più semplice distribuire medaglie miracolose?

Queste forme di superstizione indirizzano una persona a cercare elementi esterni, piuttosto che lavorare sulla liberazione dalle proprie passioni e acquisire le virtù di Dio. Quasi nega il lavoro dello Spirito Santo in mezzo a noi per ottenere virtù degne del Regno del Paradiso e piuttosto ci insegna a rimanere dove siamo in virtù – non cambiando niente altro che la recita di una preghiera.

Trovai solo questo punto sviluppando l’io interno quando riscoprii l’autentica Tradizione della Santa Ortodossia.

  1. In coppia con l’adorazione eucaristica

Il Rosario è solitamente accoppiato ad un’altra pratica eterodossa chiamata “Adorazione eucaristica”. Ad una prima occhiata sembra abbastanza innocente, i miei amici cattolici maroniti chiederebbero “se Cristo apparisse di fronte a te, non lo adoreresti?”, accuserebbero persino l’Ortodosso di sacrilegio per non mettere in atto questa pratica. Certamente sentono la loro posizione come “non folle”, ma in realtà presentano solo metà della storia.

Tutti gli apostolici cristiani seguono il principio “lex orandi lex credenti” (preghiamo ciò che crediamo). In altre parole, il modo in cui pratichiamo la nostra fede riflette le nostre convinzioni teologiche.

Così, cosa ci dice l’adorazione eucaristica? Ci dice che dovremmo adorare Cristo in separazione da Lui stesso. Ma Cristo Stesso disse il contrario “prendete, mangiate, questo è il mio corpo” – dobbiamo consumare il Corpo di Cristo, diventare il Corpo di Cristo, proclamare il Corpo di Cristo al mondo. Se diventiamo realmente il “Corpo di Cristo”, allora non dovremmo vedere Cristo sacramentalmente fuori da noi stessi. Dovremmo adorare Cristo, non in separazione da Lui, ma in piena unione con Lui. L’Adorazione Eucaristica finge di essere una nobile pratica, ma in realtà insegna a negare la dottrina della theosis (deificazione).

Nella Chiesa Ortodossa vediamo questo quando prendiamo parte all’Eucarestia, mentre prendiamo la comunione e torniamo al nostro posto, piuttosto che attendere e adorare il calice. Perfino nella Liturgia dei Doni Presantificati, il prete copre il calice fino a quando è tempo di prendere la comunione – non dovremmo guardare il corpo di Cristo senza diventare il corpo di Cristo noi stessi. Piuttosto è sacrilegio non adorare Cristo nella giusta maniera – ad esempio, in piena unione con Lui.

  1. Pregare per le anime nel Purgatorio

Per chi non lo sa, i “misteri della sofferenza” spesso includono preghiere per le anime nel Purgatorio. Alcuni Cattolici spesso includono una speciale intenzione per le anime nel Purgatorio. Il Purgatorio è un argomento profondo e complesso che non può essere affrontato succintamente in questo articolo. Richiede davvero un articolo a parte. L’Ortodossia non crede nel dogma Cattolico del Purgatorio e pertanto questa preghiera è un’affermazione di un insegnamento eterodosso. Possiamo approfondire più dettagliatamente le ragioni delle nostre differenze di vedute ma la brevità di questo articolo non potrebbe mai rendere giustizia all’argomento.

  1. Enfasi sui miracoli esterni piuttosto che sulla vita di preghiera interiore

Guardando a eventi miracolosi come Fatima, Lourdes, Rue du Bac, Medjugorje e La Sallette, l’enfasi classica è sul pregare il Rosario e sul grande miracolo avvenuto. Senza andare nei dettagli, questi miracoli sono delle manifestazioni esteriori proprio per questo – miracoli esterni che non hanno alcun rapporto con la santità personale.

L’ortodossia ha dei miracoli esterni, ma l’attenzione è focalizzata nel posto giusto – per noi cambiare i nostri modi, dirigere le nostre vite a Dio, diventare spassionati e acquisire virtù. Molto spesso ci viene detto di non concentrarci sull’esterno, ma di guardare più profondamente dentro di noi.

  1. Alternative Ortodosse

Ci sono molte preghiere ortodosse che hanno dimostrato di guidare l’umanità nell’acquisire virtù e sfatare le passioni. Come tipo, la preghiera più vicina al Rosario sarebbe l’inno acatisto proprio per la sua attenzione sull’annuncio, o la Paraklisi che si concentra sulla guarigione delle malattie sia fisiche, sia psicologiche che spirituali. Come singoli, i cristiani ortodossi possono pregare la preghiera di Gesù “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore” o anche la preghiera mariana del Komboskini “Santissima Theotokos salvaci per il potere del tuo Figlio” o anche “Rallegrati! O Vergine Theotokos! Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta tu tra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai partorito il Salvatore delle nostre anime!”.

È attraverso queste alternative ortodosse che ho potuto vedere più chiaramente gli errori della mia vecchia vita spirituale e indirizzare la mia vita più vicino verso Dio nel modo giusto.

Che Dio vi benedica.

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